L’economia globale mostra segni di resilienza nonostante i cambiamenti nelle politiche commerciali e le incertezze associate. Sebbene l’aumento dei dazi e i nuovi flussi commerciali stiano influenzando prezzi e produzione, la spesa dei consumatori, il mercato del lavoro e le performance aziendali rimangono solide, sostenendo una crescita moderata e un’inflazione contenuta.
Il bilanciamento dei rischi economici è mutato. Negli Stati Uniti, si prevede una reazione più marcata agli shock dai dazi e alle politiche fiscali espansive, con il rischio di un surriscaldamento iniziale dell’economia. Tuttavia, se i dazi influenzano maggiormente del previsto, si potrebbe assistere a un rallentamento che attenuerebbe ulteriormente l’inflazione. In Eurozona e Giappone, il rischio di inflazione è inferiore rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito nel breve termine. La Cina mostra un rallentamento della crescita, ma i rischi recessivi appaiono limitati.
La Federal Reserve continua a mantenere un atteggiamento vigilante rispetto all’inflazione, e un possibile allentamento della politica monetaria potrebbe stimolare i mercati senza però risolvere le pressioni a lungo termine sui prezzi. La debolezza del dollaro potrebbe supportare le valute dei mercati emergenti e consentire tagli sui tassi in tali paesi.
In Eurozona, le prospettive sono moderatamente positive, nonostante l’aumento dei dazi statunitensi. Le economie del sud, come Italia e Spagna, stanno sovraperformando grazie ai fondi UE. In Cina, l’economia si sta adattando alla diversificazione commerciale, mentre le esportazioni verso l’ASEAN stanno aumentando, anche se rimangono sfide nel passaggio a una crescita guidata dai consumi interni.
Il Giappone, con fondamentali più solidi, potrebbe vedere un aumento dei tassi, ma rimane cauto. Il Regno Unito, pur beneficiando di un accordo commerciale con gli Stati Uniti, affronta sfide interne con una crescita sostenuta dalla spesa pubblica.