Avere conti pubblici in equilibrio non implica necessariamente seguire le scelte attuali del governo. È importante riconoscere che le politiche economiche adottate hanno portato successi nel settore finanziario, ma hanno creato una certa precarietà dal punto di vista sociale. La critica dovrebbe quindi concentrarsi sulla mancanza di un welfare più adeguato, tenendo presente i successi ottenuti, poiché ogni proposta alternativa deve fondarsi su questi risultati senza mettere in discussione i progressi realizzati.
Tra le idee da considerare vi è un rilancio significativo dell’edilizia, che potrebbe includere progetti per le carceri, scuole, edilizia popolare e abitazioni in generale. Questo potrebbe avvenire attraverso la partecipazione del capitale privato, incentivato a offrire affitti a prezzi accessibili.
Affinché tali progetti abbiano successo, è necessario considerare le variabili economiche coinvolte, tenendo conto anche delle possibili influenze inflationistiche. Un piano ben strutturato potrebbe rassicurare gli investitori, anche posticipando l’uscita da procedure di inflazione.
Inoltre, ci sono riforme che non comporterebbero costi per le finanze pubbliche, come quelle nel campo fiscale. È fondamentale rivedere le aliquote e affrontare il problema dell’evasione fiscale, che continua a crescere. L’evasione dell’IVA, ad esempio, ammonta a 40 miliardi, e la sua incidenza varia tra settori come il commercio al dettaglio e la ristorazione.
Negli ultimi anni, sebbene il controllo sull’evasione sia aumentato, non è stata raggiunta una vera e propria restituzione dei fondi evasi. È essenziale incentivare la richiesta di documenti fiscali, rendendo più difficile l’evasione. Riconsiderare le detrazioni IRPEF e le curve delle aliquote potrebbe rappresentare un passo verso una società migliore, piuttosto che orientarsi verso conflitti e rivalità politiche.
