Il Senato ha approvato definitivamente la riforma che prevede la separazione delle carriere per i magistrati. La legge costituzionale ha ricevuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni, completando così il percorso parlamentare previsto dalla Costituzione. Un referendum confermativo sarà organizzato nella prossima primavera.
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha esultato per l’approvazione, definendo il momento come un passo fondamentale verso un sistema giudiziario più efficiente e vicino ai cittadini. Secondo Meloni, il governo e il Parlamento hanno lavorato con serietà, ora spetta ai cittadini esprimere il proprio parere attraverso il referendum.
Durante il voto, i nove senatori che si sono astenuti includono sette membri di Italia Viva, compreso il leader Matteo Renzi. La formazione politica Azione si è divisa, con il leader Carlo Calenda che aveva confermato il sostegno al ddl. È stata evidenziata anche l’astensione di un senatore autonomista, mentre i partiti di maggioranza (Fdi, Fi, Lega) hanno sostenuto la riforma.
Subito dopo il voto, i capigruppo della maggioranza hanno partecipato a eventi di sostegno alla riforma. Forza Italia ha preso parte a un flash mob, mentre la Lega ha esposto cartelli con il messaggio “Fuori la politica dalla magistratura”.
La riforma prevede la separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti, con la creazione di due Consigli superiori della magistratura distinti, presieduti dal presidente della Repubblica. Inoltre, verrà istituita un’Alta Corte disciplinare per gestire la giurisdizione nei confronti dei magistrati. La composizione di queste istituzioni prevede l’elezione e il sorteggio di membri con specifici requisiti, garantendo così un’adeguata rappresentanza del settore giuridico.