Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che collega l’ingresso di nuovi Paesi nell’Unione europea a una riforma delle attuali istituzioni. Questo voto ha suscitato scetticismo tra alcuni gruppi, in particolare tra quelli di estrema destra come Europa delle Nazioni Sovrane e Conservatori e Riformisti europei, inclusi alcuni membri di Fratelli d’Italia.
La risoluzione, elaborata dalla commissione Affari costituzionali, ha ottenuto il consenso di gruppi come S&D, Verdi, Renew e PPE. La vice presidente dei Socialisti e Democratici europei, Gabriele Bischoff, ha sottolineato come il Parlamento stia sostenendo la riforma dell’Unione e l’allargamento, nonostante i voti contrari.
Recentemente, Paesi come Moldova, Albania, Macedonia del Nord e Montenegro hanno aderito al sistema SEPA, facilitando i pagamenti in Europa, ma non si registrano progressi significativi sul fronte politico. La vice presidente ha inoltre suggerito che l’allargamento sarà realizzabile, specialmente dopo la guerra in Ucraina, ma richiede preparazioni a livello istituzionale.
L’ingresso dell’Ucraina comporterà una redistribuzione dei seggi nel Parlamento, dato che il Paese diventerebbe il sesto più grande dell’Unione. Bischoff ha osservato che le strutture attuali necessitano di adattamenti per facilitare l’allargamento.
La risoluzione propone modifiche sulla governance dell’Unione, puntando a utilizzare strumenti già esistenti nei trattati e a più flessibilità. Propone anche di superare il diritto di veto nel Consiglio europeo, favorendo il voto a maggioranza, per rendere il processo decisionale più agile in un’Unione che potrebbe ospitare oltre 30 Stati membri. Infine, si richiedono maggiori poteri per il Parlamento europeo, tra cui l’iniziativa legislativa e il controllo sul bilancio pluriennale.