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giovedì – 17 Luglio 2025

Riflessioni sul Festival della Carne di Cane a Yulin

Ogni anno, il 21 giugno, a Yulin, in Cina, ha luogo il controverso Festival della carne di cane, dove cani e gatti vengono catturati e uccisi per essere venduti come cibo. Sebbene il festival susciti indignazione globale, si ignora che, in altre zone del mondo, gli animali subiscono sofferenze simili o peggiori. In Cina, il festival è stato avviato nel 2009 e ha radici recenti nel commercio di carne di cane, mentre una nuova generazione di cinesi mostra sempre più disapprovazione verso questa pratica, portando anche all’adozione di animali domestici come norma.

Nel 2020, il governo cinese ha rimosso il cane dalla lista degli “animali da allevamento”, aprendo la strada a futuri divieti. Parallelamente, negli Stati Uniti, oltre 607.000 animali vengono soppressi ogni anno nei rifugi, in gran parte per sovrappopolazione e mancanza di adozioni, nonostante il Paese si consideri “avanzato”. Anche in Italia, le stime indicano che ogni anno decine di migliaia di cani e gatti finiscono nei rifugi a causa di abbandoni.

La discussione su Yulin mette in luce un problema più ampio: l’incapacità di considerare gli animali come esseri senzienti. È necessario superare il giudizio morale selettivo e riflettere su come gli animali siano trattati ovunque nel mondo. Sono necessarie responsabilità globali e un cambiamento culturale che riconosca il diritto a una vita dignitosa per tutti gli animali. I gesti concreti, come l’adozione e il volontariato, possono fare la differenza. L’indignazione per il trattamento degli animali non deve limitarsi a eventi lontani come quelli di Yulin, ma deve estendersi a una consapevolezza globale sulle sofferenze degli animali in tutto il mondo.

Elaborazione AI: StraNotizie.it
Fonte: www.lastampa.it

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