La ricerca condotta dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova, ha esaminato gli effetti sul corpo degli astronauti dopo un breve volo spaziale, specificamente il volo suborbitale commerciale Galaxy 01, effettuato da tre piloti italiani. Lo studio, pubblicato su “Military Medical Research”, ha utilizzato tecniche innovative come il prelievo di saliva per analizzare i cambiamenti biologici.
I risultati indicano che anche un breve soggiorno nello spazio altera i livelli di alcune molecole cruciali per la risposta allo stress e le capacità cognitive. In particolare, si è riscontrato un notevole calo della dopamina, che è fondamentale per il movimento volontario e per le risposte emotive, associato a un aumento del brain-derived neurotrophic factor (BDNF), importante per la salute e il funzionamento delle cellule nervose.
In aggiunta, sono state registrate alterazioni nei livelli di cortisolo, un ormone rilasciato in situazioni di stress fisico e mentale. Le ricercatrici Simona Mrakic-Sposta e Alessandra Vezzoli hanno osservato che il volo suborbitale può ridurre i meccanismi di difesa contro i radicali liberi, potenzialmente conducendo a stress ossidativo e ad un’infiammazione aumentata.
Questo studio, sebbene pilota e limitato a tre astronauti, rappresenta un passo importante nella caratterizzazione dei fattori di rischio associati alle missioni spaziali, in particolare per quelle prolungate o ripetute. I ricercatori sottolineano l’importanza di un adeguato training per gli astronauti.