Renato Vallanzasca, noto criminale italiano, è uscito dal carcere ed è stato trasferito in una casa di riposo a Sarmeola di Rubano, provincia di Padova. All’età di 74 anni, Vallanzasca, che ha guidato la Banda della Comasina, soffre di un grave deterioramento cognitivo. Questo trasferimento in una struttura specializzata per malati di Alzheimer e demenza è stato deciso dal Tribunale di Sorveglianza di Milano il 13 settembre, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Vallanzasca, già condannato a quattro ergastoli, trascorrerà il resto della sua vita nella Rsa Opsa – Opera della Provvidenza Sant’Antonio, che attualmente ospita circa 600 persone con simili patologie.
La direzione della casa di riposo ha comunicato che i legali di Vallanzasca, durante la ricerca di una struttura adatta, hanno contattato anche la cooperativa Giotto di Padova, nota per i suoi progetti di reinserimento lavorativo per detenuti. L’assistenza richiesta per Vallanzasca è stata ritenuta compatibile con i servizi offerti dalla Rsa, consentendo così la sua accoglienza nel caso fosse stata concessa la detenzione domiciliare. La Rsa è accreditata dalla Regione Veneto e, quindi, non avrebbe accolto l’ex criminale in forma privatistica.
Renato Vallanzasca è nato a Milano nel 1950 e ha iniziato la sua carriera criminale da giovane, accumulando un considerevole bottino attraverso rapine e sequestri di persona, oltre a numerosi scontri con le forze dell’ordine. Negli anni ’70 e ’80, come leader della Banda della Comasina, ha seminato il terrore nel Nord Italia, contribuendo alla sua fama di “bandito gentiluomo”, anche grazie a una narrazione mediatica controversa. Arrestato varie volte, Vallanzasca ha affrontato anche diverse evasioni dal carcere.
Questo trasferimento rappresenta una nuova fase della vita di Vallanzasca, un criminale la cui storia ha segnato profondamente la cronaca italiana e che ora deve fare i conti con le conseguenze delle sue azioni passate e le sfide della malattia.