La tragedia è avvenuta il 9 novembre a Napoli, dove Renato Caiafa, un giovane di 19 anni, ha accidentalmente ucciso il cugino Arcangelo Correra con un colpo di pistola. Secondo la ricostruzione di Caiafa, i due cugini hanno trovato un’arma in una piazzetta e, ignari del fatto che fosse carica, avrebbero iniziato a giocarci. Caiafa ha raccontato che Arcangelo lo sfidava a sparare, mostrando il petto. Quando il colpo è partito, si è reso conto della gravità della situazione solo vedendo il sangue del cugino.
Le indagini sono subito iniziate dopo la corsa disperata in ospedale che ha portato alla morte di Correra. La polizia ha interrogato anche gli amici che si trovavano con i due cugini al momento dell’incidente, poiché le loro testimonianze potrebbero essere cruciali per chiarire i fatti. Caiafa, oltre che per omicidio, è accusato di porto clandestino di arma da sparo in luogo pubblico. Senza questa accusa, sarebbe rimasto a piede libero.
Durante le indagini, l’accusa nei confronti di Caiafa è cambiata da omicidio colposo a omicidio volontario con dolo eventuale. La differenza tra questi due reati è sottile: l’omicidio volontario con dolo eventuale implica che il responsabile non abbia cercato di commettere il reato, ma abbia comunque messo in conto la possibilità che ciò accadesse. Al contrario, l’omicidio colposo presuppone che il responsabile abbia agito in modo negligente, senza una ragionevole previsione delle possibili conseguenze mortali delle proprie azioni.
Emerge anche che, da ulteriori indagini, è stato trovato un proiettile diverso rispetto a quello che si sarebbe dovuto utilizzare, il che ha destato sospetti sulle dichiarazioni di Caiafa. Le indagini sono destinate a proseguire per chiarire i dettagli dell’accaduto e determinare le responsabilità in un episodio che ha scosso la comunità di Napoli.