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domenica, 22 Giugno, 2025
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Referendum e Quorum: Storia di Soglie e Quesiti

Il 8 e 9 giugno, gli italiani saranno chiamati a votare su quattro referendari riguardanti il lavoro e la cittadinanza. Per essere validi, i referendum abrogativi devono raggiungere un quorum del 50% più uno degli aventi diritto, pari a circa 26 milioni di votanti su oltre 51 milioni. L’obiettivo è complesso, considerando che, nella historia referendaria italiana, su 72 referendum abrogativi solo 39 hanno superato il quorum.

Fino ad oggi, si sono tenuti 72 referendum abrogativi, e con il prossimo si raggiungerà il numero totale di 77. Il primo referendum del 1974 sul divorzio è tra i più noti, e la legge Fortuna-Baslini che istituì il divorzio originò il referendum, in risposta a una legge avversata dalla Democrazia Cristiana.

Dalla sua introduzione, il trend del quorum ha mostrato fluttuazioni significative. Solo un referendum abrogativo ha avuto successo negli ultimi 30 anni: quello del 2011 sull’acqua pubblica, con un’affluenza del 54,8%. In questo contesto, dal 1997, è emerso un crescente problema di quorum: molte votazioni, come quelle del 2022 sul Csm, hanno segnato un’affluenza molto bassa, fermandosi al 20%.

Il referendum con la maggiore affluenza si è registrato sul divorzio, con l’87,7%. Seguono il referendum del 1978 sul finanziamento pubblico ai partiti (81,2%) e quello del 1981 sulle leggi anti terrorismo (79,4%). Al contrario, i referendum con la peggiore affluenza includono quelli del 2022 e del 2009, con percentuali rispettivamente del 20% e del 23,3%.

Elaborazione AI: StraNotizie.it
Fonte: www.adnkronos.com

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