Con “Furèsta”, La Niña, nome d’arte di Carola Moccia, offre un affresco sonoro che trascende la tradizione napoletana, mescolando passato e presente attraverso un canto seducente. L’album, composto da dieci tracce, recupera la musica popolare di Napoli, reinterpretandola con una sensibilità contemporanea e un respiro internazionale. Le voci si fondono con armonie arcaiche ed elementi elettronici, creando paesaggi sonori densi.
La Niña si fa interprete di un sentire collettivo, elevando la propria ricerca artistica a una narrazione che restituisce dignità alla sua città. Le collaborazioni con KUKII e Abdullah Miniawy amplificano la dimensione transculturale dell’opera, trasformando la musica in un ponte tra identità diverse. Le orchestrazioni di Alfredo Maddaluno aggiungono profondità al suono, bilanciando grandiosità e intimità.
L’estetica del disco si muove tra la musica mondiale, richiamando elementi di Fado, sonorità arabe e influenze mediterranee. Ogni brano racconta storie ricche di emozioni e significati, come “Guapparìa”, che esplora le contraddizioni della vita napoletana, e “Ahi!”, una riflessione sull’amore finito male.
“Figlia d’ ‘a Tempesta” affronta la condizione femminile con rabbia e determinazione, mentre “Sanghe” si focalizza sulla guerra, intrecciando dialetto napoletano e arabo. Il disco si conclude con “Pica Pica”, un pezzo onirico che invita alla libertà, nonostante le difficoltà. “Furèsta” si presenta quindi come un lavoro raffinato e di forte impatto emotivo, capace di trasportare l’ascoltatore in un universo ipnotico e senza tempo.