Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, è stato oggetto di critiche a causa di un trafiletto satirico pubblicato su Il Foglio, che ha menzionato il suo servizio a Sumatra durante lo tsunami del 2005. Il giornale ha ironizzato sulla sua situazione, insinuando che Ranucci avrebbe dovuto morire in quelle circostanze, scatenando l’indignazione del giornalista e di suo figlio Emanuele.
Il trafiletto recitava: “Era il 2005, per Ranucci purtroppo sembrava fatta. È riuscito a tornare”, evidenziando l’alto numero di vittime dello tsunami e ridicolizzando la sua presenza sul campo in quel contesto terribile. Ranucci ha risposto con rabbia alle provocazioni, affermando che Il Foglio si dispiacesse della sua sopravvivenza e ritenendo inaccettabile il tono del pezzo nel contesto delle recenti critiche che aveva ricevuto in seguito ad un episodio di Report sui legami tra Silvio Berlusconi e la mafia.
Emanuele, il figlio di Ranucci, ha condiviso un post sui social in cui esprime il suo dolore riguardo all’episodio. Ha ricordato il periodo dello tsunami, quando non riuscì a contattare il padre per circa quaranta ore, evidenziando la preoccupazione che aveva per la vita del genitore. Ha descritto l’angoscia vissuta dalla sua famiglia, esprimendo che per lui ogni saluto a suo padre poteva essere l’ultimo.
Le parole di Emanuele riflettono l’intensità dell’esperienza vissuta dalla famiglia durante quei momenti critici e il danno che la satira può causare, soprattutto quando si toccano temi tanto delicati come la sopravvivenza in un contesto di tragedia umana. La vicenda mostra anche la vulnerabilità dei giornalisti, che, sebbene svolgano un lavoro cruciale, sono spesso sottoposti a critiche e satira che possono sfociare in attacchi personali.
Consequenzialmente, gli attacchi alla figura di Ranucci non solo hanno sollevato la sua indignazione, ma hanno anche provocato una reazione emotiva profonda da parte della sua famiglia, rivelando come le esperienze professionali possano intrecciarsi con quelle personali, generando situazioni di grande tensione e incomprensione.