Il valore economico complessivo del Sistema Integrato delle Comunicazioni (Sic) per il 2022 è stimato in 19,4 miliardi di euro, corrispondente all’1% del Pil italiano. Questa valutazione è stata effettuata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Il Sic include le attività legate alla stampa, agenzie di stampa, editoria elettronica, radio, media audiovisivi, cinema, pubblicità esterna e sponsorizzazioni, come definito dall’articolo 3, comma 1, lettera z) del Testo Unico dei Servizi Media Audiovisivi (TUSMA).
La Rai si posiziona al primo posto tra le aziende del settore, con un contributo del 13,1% ai ricavi totali del Sic. Alphabet/Google segue al secondo posto con l’11,3%, seguito da Comcast/Sky (9,9%), Fininvest (9,8%), Meta/Facebook (7,6%), Amazon (3,7%), Cairo Communication (3,5%), Netflix (3,2%) e Gedi Gruppo Editoriale (2,7%). Nel 2021, il valore del Sic era di 18,9 miliardi di euro. Dodici soggetti detengono quote di almeno l’1% e cumulativamente rappresentano il 69% del Sic, mentre il restante 31% è composto da una vasta gamma di soggetti minori.
La pubblicità online ha mostrato una crescita significativa, superando quella offline. Nel 2022, la pubblicità online ha generato ricavi per 6,3 miliardi di euro, che rappresentano il 32,6% del Sic, con un incremento del 55% rispetto agli ultimi due anni. Al contrario, i ricavi derivanti dai mezzi tradizionali di comunicazione sono rimasti costanti a 4,98 miliardi di euro, corrispondenti al 29,6%.
I ricavi pubblici influenzano il Sic per il 12,2%, mentre le vendite dirette di prodotti e servizi rappresentano il 29,4%. In particolare, si registra un aumento significativo dei ricavi provenienti dai servizi televisivi a pagamento su internet, contrapposto a una diminuzione dei ricavi provenienti da abbonamenti alla pay TV satellitare e alla vendita di copie di quotidiani. Questa dinamica evidenzia un cambio nelle abitudini di consumo dei media, con una preferenza crescente per le offerte digitali rispetto a quelle tradizionali.