Un possibile caso di revenge porn potrebbe essere alla base del suicidio di una ragazza di 15 anni, avvenuto nell’ennese. La studentessa, che si è tolta la vita ieri, aveva recentemente traslocato a Piazza Armerina con la sua famiglia e frequentava un istituto superiore locale. A seguito dell’evento tragico, sono stati sequestrati il computer e il cellulare della giovane per verificare l’ipotesi di un coinvolgimento in atti di revenge porn, sebbene al momento non ci siano conferme ufficiali. La Procura di Enna ha aperto un fascicolo sull’accaduto, indagando sull’ipotesi di istigazione al suicidio.
Secondo quanto riferito dai compagni di scuola e dagli amici, il gesto estremo potrebbe essere legato a molestie online. La ragazza è stata trovata morta dalla madre, rientrando a casa dal lavoro, e si è impiccata utilizzando la corda di un’altalena. La notizia ha suscitato un comprensibile shock nella comunità e nelle scuole locali.
Le indagini sono ancora in fase preliminare e si cercherà di capire se ci siano stati eventi precedenti all’atto estremo che possano aver influito sulla decisione della ragazza. Il revenge porn è una pratica che prevede la diffusione non consensuale di immagini intime di una persona, una situazione emotivamente devastante che può avere conseguenze dirette sul benessere mentale delle vittime. L’ipotesi del revenge porn ha fatto riflettere sulla necessità di affrontare con urgenza le tematiche relative alla sicurezza online e delle relazioni giovanili.
Le autorità e i leader locali hanno espresso le loro condoglianze alla famiglia e hanno invitato a una maggiore sensibilizzazione riguardo a queste problematiche. In parallelo, si stanno organizzando eventi di supporto per sensibilizzare ragazzi e genitori sui pericoli del cyberbullismo e su come affrontare situazioni simili. Questo tragico evento mette in evidenza l’importanza del dialogo e dell’educazione su temi delicati come la privacy online, il rispetto reciproco e la salute mentale tra i giovani.