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questi 5 errori non vanno mai fatti


Come rimuovere in sicurezza la zecca dagli animali domestici: tre consigli da tenere a mente per prendersi cura della salute di cani e gatti.

come rimuovere la zecca dagli animali

Con la bella stagione, il profumo dei fiori appena sbocciati e i colori primaverili che digradano lentamente verso l’estate, non c’è nulla di più bello che concedersi delle lunghe passeggiate nel verde in compagnia dei propri animali domestici. Quando è primavera i cani adorano passeggiare al giardino, rotolarsi sull’erba e correre in mezzo alla vegetazione. Purtroppo, però, non è infrequente che i quattro zampe finiscano per prendere una zecca. Quando ciò accade bisogna tenere a mente alcuni consigli per rimuovere le zecche senza creare alcun problema agli animali domestici e soprattutto evitando di commettere cinque errori comuni pericolosi per la loro salute.

Come rimuovere la zecca dagli animali domestici: gli errori da non commettere mai

Le zecche sono parassiti particolarmente pericolosi per i quattro zampe domestici. Nel rimuoverle occorre prestare attenzione a non commettere cinque errori comuni.

zecca nel gatto

Le zecche sono piccolissimi parassiti ematofagi. Gli ematofagi sono gli esseri viventi che si nutrono del sangue di un vertebrato. L’ematofagia è comune in molte specie di artropodi, quali le zanzare e le zecche, o in nematodi quali gli anchilostomi e anellidi come le sanguisughe.

Gli Ixodida sono un sottordine di Parasitiformes che comprende tre famiglie di zecche: le Ixodidae o “zecche dure”; le Argasidae o “zecche molli” e le Nuttalliella namaqua. Sono pericolosi vettori di diverse malattie, sia dell’uomo sia degli animali, come la piroplasmosi, o babesiosi, la rickettsiosi da zecche, o febbre bottonosa, la malattia di Lyme (o morbo di Lyme o borreliosi), la neuroborreliosi, l’encefalite.

Se vuoi saperne di più su come rimuovere le zecche dal cane, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Ho imparato a rimuovere le zecche: i miei consigli per farlo senza pericoli

Dalle dimensioni comprese tra pochi millimetro fino a un centimetro, le zecche vivono nei giardini, tra cespugli e alberi, e possono essere pericolosi agenti di trasmissione di malattie infettive. Possono pungere sia gli esseri umani sia i cani quando vengono portati a fare una passeggiata.

zecca nel cane

I cinque errori da non commettere riguardanti le zecche degli animali

Le zecche sono quindi pericolosi vettori di diverse malattie, sia per l’uomo sia per gli animali. Proprio per la loro pericolosità è fondamentale accertarsi di bon compiere mai alcuno errori.

Primo errore

Il primo errore da non commettere è quello di trascurare la pulizia del pelo del quattro zampe. Occorre ricordare che è opportuno lavare con frequenza il pelo dei cani, anche più volte alla settimana. Il lavaggio permetterà infatti di rimuovere la polvere, lo sporco e lo smog che si depositano durante le passeggiate quotidiane, ma anche di controllare la presenza di possibili zecche, pulci e pidocchi. Alla corretta igiene di accompagnano i trattamenti antiparassitari, in grado di salvare la vita degli animali. 

Secondo errore

Il secondo errore da non compiere mai è quello di strappare con le mani la zecca dalla cute. Se si cercherà di rimuoverla senza gli appositi strumenti sembrerà solo apparentemente tolta mentre la testolina dell’insetto può rimanere nascosta sotto lo strato cutaneo. Bisognerà invece afferrare il parassita nel punto più vicino alla superficie della cute per evitare la rottura dell’apparato boccale. La zecca dovrà essere rimossa imprimendo un movimento rotatorio e deciso alla manovra.

Terzo errore

Il terzo errore è quello di provare a bruciare la zecca o ucciderla con alcol e ammoniaca. L’uccisione traumatica del parassita ne causa il rigurgito, facendo crescere il pericolo di contaminazione.

Quarto errore

Il quarto errore consiste nel non igienizzare la cute dopo la rimozione della zecca.

Quinto errore

Il quinto errore consiste nella mancata somministrazione della vaccinazione antitetanica, con il monitoraggio per trenta o quaranta giorni della zona del morso. Bisogna contattare il personale medico in caso di manifestazione di sintomi come cefalea, artrite o sintomatologie neurologiche. (di Elisabetta Guglielmi)

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