quanti stili architettonici inventato antichi egizi v4 723813



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Tutti noi quando pensiamo all’Egitto ci vengono in mente le piramidi, il Nilo, gli spettacolari templi, le sfarzose tombe della Valle dei re, i colonnati e i geroglifici. Spesso però non ci rendiamo conto come gli egizi abbiano evoluto i loro stili artistici nel corso della loro storia.

Infatti, durante le migliaia di anni che caratterizzarono la storia dell’Antico Egitto, gli stili architettonici cambiarono. I faraoni passarono dal costruire le piramidi a preferire le tombe sotterranee. Lo stile con cui gli scribi scolpivano i geroglifici sulla roccia cambiò radicalmente e in generale il pensiero stesso di questo antico popolo mutò enormemente, evolvendo i concetti estetici e le conoscenze ingegneristiche.

Per capire quindi l’evoluzione artistica degli antichi egizi – un po’ come si fa con la storia dell’arte greca o romana – dobbiamo prendere come riferimento un elemento architettonico che subì costantemente delle rielaborazioni.

Le colonne egizie ci permettono di effettuare questo studio. Esse infatti subirono costantemente degli aggiornamenti e gli archeologi sono riusciti a classificarle grazie ai loro diversi stili, inserendoli in un preciso concetto storico e geografico.

La più antica forma di colonna egizia è nota come colonna scanalata. Essa era molto semplice. Era un cilindro di roccia che veniva scavata per formare delle scanalature, che venivano sormontata da una testa molto semplice (il capitello) formata da dei blocchi squadrati di roccia.

Le colonne scanalate vennero usate principalmente durante l’Antico regno e e durante il resto della storia egizia venivano impiegate in strutture civili di minore importanza, come supporto per i tetti.

Le colonne papiriformi a capitello chiuso sono invece delle colonne più complesse, che iniziarono a diffondersi sul finire dell’Antico Regno. Esse erano ornati da strutture che ricordavano i papiri del Nilo ed erano un collegamento fra la terra fertile dell’Egitto e il cielo.

Le colonne lotiformi svolgevano una funzione simile, visto che il loro capitello aveva delle decorazioni simili alla pianta del loto. Tuttavia la loro colonna veniva usata come superficie in cui scrivere dei geroglifici. Per questo era più d’uso comune nei templi o negli appartamenti privati delle personalità di spicco.

Durante il Medio e Nuovo regno, iniziarono a comparire nuovi stili architettonici, che erano legati all’evoluzione delle preferenze artistiche. Le colonne palmiformi – le più famose dell’antico Egitto – erano eleganti ma semplici e venivano usati per sostenere il peso dell’immense sale dei templi.

Le colonne papiriformi a corolla aperta si svilupparono in epoca tarda e vennero riprese dai tolemaici, dopo la conquista dell’Egitto da parte di Alessandro magno. Le colonne hatoriche, invece, avevano per capitello la raffigurazione della dea Hathor, protettrice della famiglia, dea dell’amore, del piacere, della bellezza e della maternità.

Queste colonne venivano usate principalmente nei templi o nei luoghi dedicati alla venerazione della dea, tra le più importanti dell’Egitto.

Infine, le colonne composite avevano dei capitelli molto complessi e indirettamente influenzarono l’arte greca, quando si sviluppò lo stile corinzio. Non a caso le colonne composite vennero anch’esse molto utilizzate dalla dinastia tolemaica – l’ultima che governò l’Egitto prima della conquista romana – per costruire i loro edifici.



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