Milano si conferma al primo posto nella classifica dell’Indagine annuale sulla qualità della vita 2024, seguita da Bolzano e Monza e della Brianza. Questo studio, realizzato da ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, analizza vari fattori tra cui servizi, reddito, infrastrutture e vitalità economica. In fondo alla lista, Caltanissetta occupa il 107esimo posto, mentre Reggio Calabria e Agrigento seguono a breve distanza.
L’indagine considera nove dimensioni: affari e lavoro, ambiente, reati e sicurezza, sicurezza sociale, istruzione e formazione, popolazione, sistema salute, turismo, reddito e ricchezza. Bologna e Trento completano la top five, evidenziando il loro equilibrio tra sviluppo economico e sostenibilità. Le città metropolitane, in particolare del Centro-Nord, mostrano una ripresa superiore rispetto alle aree del Sud, dove emergono disparità sociali.
Nell’analisi del mercato del lavoro, Bolzano e Bologna si attestano ai primi posti, mentre Napoli chiude la classifica. La dimensione ‘Ambiente’ vede Monza e della Brianza in cima, seguita da Padova. Per quanto riguarda la sicurezza, Enna segna un miglioramento, posizionandosi al primo posto in questo ambito. Nella dimensione ‘Sicurezza sociale’, Rovigo è in prima posizione, mentre Taranto si colloca alla fine della classifica.
Nella dimensione ‘Istruzione e formazione’, Bologna è in cima, seguita da Trento e Trieste. La modifica nella struttura di analisi della dimensione ‘Popolazione’ ha espunto province meridionali dalle posizioni di vertice, con Bolzano che mantiene il primo posto. Isernia e Terni dominano nel ‘Sistema salute’, mentre Bolzano si afferma anche nel turismo, seguita da Rimini e Trieste.
Infine, Milano guida la classifica per reddito e ricchezza, confermandosi prima da quattro anni. L’analisi mette in luce il gap tra il Centro-Nord e il Sud, sottolineando la necessità di un dialogo informato per affrontare le sfide locali. Attilio Lombardi di Ital Communications e Alessandro Polli della Sapienza concludono che l’indagine rappresenta un passo importante verso una comprensione più accurata della qualità della vita in Italia, promuovendo politiche basate su dati concreti e inclusivi.