quali animali compirono riproduzione gametica v3 734099



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Gli organismi si riproducono seguendo diverse strategie, ma ci fu un tempo in cui l’unico metodo esistente per dare al mondo dei figli era quello di scindere parti del proprio corpo, tramite la gemmazione, in modo tale da formare nuovi esseri viventi.

Circa 800 milioni di anni fa, tuttavia, gli organismi erano divenuti troppo complessi per continuare a seguire questa strategia, per via della comparsa degli organismi multicellulari. Inoltre la gemmazione e la frammentazione non sempre garantivano l’adeguato successo riproduttivo, con un numero elevato di cloni – uguali geneticamente ai genitori – che non riuscivano a colonizzare nuovi territori.

Per risolvere questa situazione, alcuni organismi evolvettero quindi una ingegnosa soluzione. Invece di terminare la propria esistenza, fornendo il materiale da cui nascevano nuove vite, questi organismi simili alle attuali spugne oceaniche produssero delle speciali cellule, conosciute come gameti, che assolvevano allo scopo riproduttivo.

Il loro compito era semplice. Incontrarsi, fecondarsi a vicenda e sviluppare un nuovo organismo, permettendo al genitore di continuare a sopravvivere e a continuare a produrre nuovi gameti.

L’introduzione di queste cellule risolse anche il problema relativo alla distribuzione territoriale, visto che erano più leggeri dei cloni e potevano disperdersi a distanze maggiori. Ciò che però rese la riproduzione gametica migliore rispetto le strategie precedenti fu la possibilità di velocizzare il processo evolutivo, tramite la fusione dei corredi cromosomici.

Al momento della fecondazione, infatti, i gameti si scambiavano informazioni e tramite il crossing over – un processo in cui i cromosomi si scambiavano materiale genetico – avvenivano delle mutazioni, che potevano avvantaggiare la specie.

Per quanto efficiente, tuttavia, la riproduzione gametica non permise subito agli organismi d’incontrarsi e di scambiarsi effusioni, prima del rapporto. Affinché la riproduzione gametica cominciasse a somigliare anche solo leggermente alle attuali strategie riproduttive che accomunano gli esseri umani, dovettero passare milioni di anni.

Bisognò attendere in particolare la comparsa dei primi animali capaci di nuotare liberamente nell’oceano, una condizione che permise agli organismi d’incontrarsi faccia e faccia e di scegliere nella maggioranza dei casi il proprio partner.



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