L’attivista israeliano Ishay Hasad, leader della protesta contro il premier Netanyahu, accusa il governo di istituire un sistema corrotto che utilizza la polizia per intimidire i cittadini. Hasad mette in guardia: “Israele rischia di diventare come il Sudafrica dell’apartheid”.
Israele si trova attualmente in una situazione complessa, vivendo un forte conflitto tra sicurezza e democrazia. Mentre Netanyahu rafforza il suo potere in un contesto politico instabile, l’attivismo civile cerca di farsi sentire. Hasad, cofondatore del movimento Crime Minister, racconta come il gruppo sia emerso da una piccola protesta contro la corruzione del governo, con l’inizio delle manifestazioni che ha visto partecipare decine di migliaia di persone. Nonostante le dure repressioni, il movimento ha mantenuto viva la protesta per anni.
Le nuove leggi, come la legge Shabbat, hanno amplificato i poteri della polizia, spesso utilizzata per reprimere il dissenso. Hasad stesso è stato arrestato numerose volte, sottolineando come le proteste siano sempre rimaste pacifiche nonostante i tentativi di silenziare le voci critiche. Critica anche il ruolo dei media tradizionali, accusandoli di “normalizzare” le ingiustizie e di presentare una narrativa distorta sugli eventi.
In merito alla questione dei diritti degli arabi israeliani, Hasad afferma che la piena uguaglianza non esiste e che i palestinesi soffrono di una grave mancanza di diritti. La speranza di una soluzione pacifica si scontra con le posizioni estreme presenti da entrambe le parti. Per Hasad, è fondamentale continuare a lottare per i diritti civili e la democrazia, nonostante le difficoltà.