L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha indetto uno sciopero contro il disegno di legge sulla separazione delle carriere, approvato di recente alla Camera. Il presidente uscente dell’ANM, Giuseppe Santalucia, ha espresso il forte dissenso dei magistrati nei confronti di questa riforma, dichiarando che le proposte di emendamento non rendono il testo “costituzionalmente digeribile” e che, piuttosto, la riforma affossa la giustizia, con conseguenze negative per i cittadini.
La mobilitazione è programmata per il 27 febbraio e si accompagnerà a varie iniziative durante le cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si svolgerà il 25 gennaio. In particolare, è stato deciso che i magistrati si presenteranno alle cerimonie con toga e coccarda tricolore e abbandoneranno l’aula nel momento in cui il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, o un suo delegato prenderà la parola.
Il ddl prevede una modifica al Titolo IV della Costituzione, andando a separare le carriere dei magistrati in due categorie: i magistrati requirenti e quelli giudicanti. Questo comporterebbe la creazione di due organi distinti all’interno del Consiglio Superiore della Magistratura.
Santalucia ha ribadito che l’ANM non richiede emendamenti, ma si oppone fermamente alla riforma nella sua interezza, affermando che il testo andrebbe completamente eliminato. La posizione dell’Associazione è chiara: non si tratta solo di una questione di forma, ma di garantire una giustizia funzionale ed efficace in favore della società.
In questo contesto, vi è anche una crescente tensione tra magistratura e governo, con polemiche riguardo a diverse tematiche, inclusi i problemi legati all’immigrazione e l’applicazione delle leggi. Tuttavia, Santalucia ha sottolineato che la protesta è diretta principalmente contro la riforma in discussione, piuttosto che contro l’operato del governo in altri ambiti.
L’ANM si prepara quindi a una mobilitazione significativa, caratterizzata da atti simbolici e un chiaro messaggio di opposizione alla separazione delle carriere, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione pubblica e istituzionale sul tema della giustizia in Italia.