L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) da alcuni giorni ha ufficializzato che una nuova malattia sta mettendo seriamente in pericolo la nostra specie, il “Vaiolo delle scimmie“, che nei prossimi mesi potrebbe divenire un’emergenza pubblica di rilevanza internazionale.
Questa malattia è abbastanza conosciuta dai medici, seppur abbia sempre destato diverse difficoltà di eradicazione e controllo, soprattutto nel suo areale di provenienza, il Congo e alcune regioni meridionali del Sudan e del Sud Sudan.
Trattasi di una zoonosi, che è riuscita a contagiare gli esseri umani per via della convivenza in Africa di alcune grandi scimmie con gli esseri umani. Gli scienziati inoltre ritengono che la patologia si stia diffondendo fra quelle comunità dove c’è un grande fetta della popolazione non più immunizzata contro il vaiolo umano.
Mentre l’OMS cercava di capire se doveva rilasciare una dichiarazione e proclamare l’emergenza, negli scorsi giorni un paziente infetto è stato ricoverato in Svezia, allertando anche le autorità sanitarie dell’Unione europea. Si tratta del primo caso confermato in Europa, almeno per quanto riguarda il ceppo 1, per una malattia che ha un tasso di letalità del’11%.
Il paziente è stato infettato durante un viaggio nei paesi centrali dell’Africa e ha cominciato ad avere i primi sintomi successivamente al ritorno in Svezia.
L’agente eziologico della malattia è il Monkeypox virus, un virus che appartiene al genere Orthopoxvirus e alla famiglia Poxviridae, la stessa del virus del vaiolo umano.
In inglese la malattia prende il nome di monkeypox ed è abbreviata con le sigle MPX[1] o MPOX[2]. Secondo gli scienziati non siamo ancora nella fase di dichiarare una vera e propria pandemia come è successo per il Covid19, ma l’avanzata del virus in Africa desta molta preoccupazione, in particolare per due fattori.
Per prima cosa, l’epidemia in Africa ha fatto registrare numeri da record. Nella sola Repubblica Democratica del Congo oltre 14 mila persone sono state infette nel 2024, con 524 decessi nella prima metà dell’anno. Inoltre si sta diffondendo un nuovo ceppo, capace di provocare nuovi focolari anche dove il virus era stato abbastanza respinto dalla popolazione.
Storicamente, l’emergenza sanitaria internazionale è stata dichiarata solo per l’influenza suina, nell’ormai lontano 2009, per la polio e l’ebola tra il 2013 e il 2014, per il virus brasiliano noto come Zika nel 2016 e per il Covid.
Di recente, inoltre, in Europa sono avvenuti i primi contagi della malattia di Oropouche, anche nota come malattia della stanchezza, provocati da alcune punture d’insetti.
La situazione quindi è particolarmente complicata, ma attualmente il Vaiolo delle scimmie sembra essere la malattia più preoccupante. Basti considerare che nella sola Svezia altre 300 persone sono risultate infette (ceppo 2, la più lieve) negli scorsi mesi.
Il vaiolo delle scimmie provoca segni simili a quelli del vaiolo, particolarmente deturpanti al volto e alle mani, una febbre molto intensa e un’ingrossamento dei linfonodi. Fortunatamente, dal 2022, l’Agenzia europea per i medicinali ha autorizzato l’uso del farmaco tecovirimat, per il suo trattamento. Inoltre sono già disponibili alcuni vaccini.
Proprio per contrastare l’avanzata della malattia, l’Unione europea e altri stati stanno acquistando migliaia di questi vaccini da spedire in Africa, nelle regioni maggiormente colpite.
Intanto, il ministro della Salute svedese, Jakob Forssmed, ha tranquillizzato i suoi concittadini con una dichiarazione pubblica, affermando che attualmente il rischio di contagio è basso e che l’intera Unione Europea si sta muovendo per monitorare lo sviluppo della malattia.
Per quanto riguarda l’Italia, il nostro governo ha deciso di effettuare una sorveglianza rafforzata.