Scene drammatiche al Franchi di Firenze durante la partita Fiorentina-Inter, quando Edoardo Bove, 22 anni, è crollato al suolo dopo 17 minuti di gioco. Subito si è capito che non si trattava di un infortunio normale; le espressioni di paura si sono diffuse tra i compagni di squadra e i giocatori dell’Inter. Gli urgenti soccorsi hanno portato Bove in ambulanza all’ospedale Careggi, dove è stato sottoposto a vari esami per un arresto cardiaco.
Il primo referto medico ha confermato che Bove ha subito un arresto cardiaco dovuto a una torsione di punta, un tipo di aritmia caratterizzata da un battito cardiaco rapido e irregolare. È stato defibrillato in ambulanza e, al suo arrivo al pronto soccorso, presentava bassi livelli di potassio nel sangue, ma era vigile e con segni vitali stabili. La Fiorentina, dopo il consenso dei medici, ha comunicato che Bove è attualmente sedato e ricoverato in terapia intensiva, con esami che hanno escluso danni significativi al sistema circolatorio e al cervello.
Lunedì mattina, si è appreso che Bove non è più intubato e si è svegliato. Anche la madre di Bove, presente sugli spalti, ha avuto un mancamento e si è recata all’ospedale. Le condizioni dell’atleta sono monitorate, e non ci sono stati problemi evidenti nelle visite mediche precedenti.
Simone Vanni, professore di medicina e specialista in medicina dello sport, ha commentato il caso, evidenziando che gli atleti hanno una maggiore probabilità di avere aritmie e che gli sforzi fisici intensi possono aumentare il rilascio di adrenalina, predisponendo a queste condizioni. Ha aggiunto che dal 1982 in Italia sono obbligatori controlli cardiologici per gli atleti, contribuendo a ridurre la mortalità. La causa principale di morti improvvise nello sport è legata a cardiomiopatie, in particolare quella ipertrofica, che può essere rilevata tramite ecografia; altre aritmie possono non mostrare anomalie anatomiche ma problemi elettrici del cuore. Vanni ha concluso sottolineando l’importanza dei test genetici per intercettare potenziali problemi.