Uno studio internazionale, guidato dall’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e pubblicato su The Lancet Oncology, ha aperto nuove prospettive nella gestione dei tumori al seno per donne giovani portatrici di mutazione BRCA1 e BRCA2. La ricerca ha coinvolto oltre 5.000 donne in 33 Paesi, indagando l’efficacia di interventi chirurgici come mastectomia bilaterale e rimozione preventiva di tube e ovaie.
I risultati, ottenuti monitorando pazienti under 40 affette da tumore mammario, indicano che la chirurgia riduce significativamente il rischio di recidive e mortalità. Nel dettaglio, le donne sottoposte a mastectomia bilaterale hanno mostrato una riduzione della mortalità del 35% e del 42% per nuove neoplasie. Quelle che hanno rimosso ovaie e tube hanno registrato un calo della mortalità del 42% e del 32% del rischio di recidiva.
Finora, interventi chirurgici per donne già diagnosticate erano considerati con cautela, principalmente per preoccupazioni legate alla fertilità e alla qualità della vita. Tuttavia, grazie a oltre 100 centri coinvolti e a un lungo periodo di osservazione di circa otto anni, i dati supportano un approccio più assertivo rispetto a queste strategie preventive.
Gli esperti, sottolineando l’efficacia di questi interventi, hanno chiesto una revisione delle linee guida attuali per integrare in modo più esplicito tali opzioni nel percorso terapeutico per le pazienti BRCA. Ogni caso, comunque, deve essere valutato individualmente con un supporto adeguato da parte di consulenti genetici e oncologici.
Elaborazione AI: StraNotizie.it
Fonte: dirittoallasalute.net