Pino Insegno ha deciso di prendere legalmente di mira alcune testate giornalistiche, tra cui Open, presentando una querela per quella che definisce una “campagna mediatica denigratoria”. Secondo l’artista, questa campagna mirerebbe a screditare la sua figura professionale e avrebbe influito negativamente sulla sua vita privata e familiare. Insegno accusa i media di diffamazione, violazione dei principi di verità e strumentalizzazione politica, affermando che la sua vicinanza alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata utilizzata per mettere in discussione la sua carriera e scelte artistiche.
Attraverso il suo avvocato Roberto De Vita, Insegno ha denunciato una grave lesione della sua reputazione artistica e professionale, la quale ha causato danni economici. L’attore sottolinea di essere vittima di un vero e proprio attacco mediatico, che ha superato i limiti del diritto di cronaca, e ha affermato che la sua esperienza professionale di 40 anni venga ignorata, mentre le critiche sul suo operato vengono amplificate senza giustificazioni concrete.
Insegno afferma che la sua storia e i suoi successi vengano messi in discussione, e critica la percezione negativa che sembra circondare la sua carriera per motivi politici. A tal proposito, ha evidenziato come la sua libertà artistica venga minacciata da coloro che controllano le logiche di produzione e comunicazione nella Rai. Inoltre, ha ribadito l’importanza di tutelare il proprio nome e la propria carriera, affermando che la questione non è solo personale, ma riguarda anche il rischio corso da altri professionisti del settore.
In conclusione, Pino Insegno si oppone fermamente a quella che definisce una “cancellazione sistematica” della sua storia artistica, un fenomeno che, secondo lui, è stato innescato dal suo legame con Giorgia Meloni. L’attore non solo cerca giustizia per sè stesso, ma invita tutti a riflettere sulla gravità delle dinamiche in atto nel mondo dell’informazione e della presunta libertà di espressione.