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venerdì, 16 Maggio, 2025
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Pertosse, conseguenze e complicanze più gravi nei bambini

La pertosse, conosciuta anche come “tosse canina”, è un’infezione altamente contagiosa causata dal batterio Bordetella pertussis, che si trasmette tramite goccioline di saliva emesse da tosse o starnuti di un soggetto infetto. Può colpire persone di tutte le età, ma i più vulnerabili sono i neonati sotto un anno, nei quali le complicanze possono risultare gravi.

Il periodo di incubazione dura circa 10 giorni, durante i quali il paziente presenta sintomi simili a quelli del raffreddore, come naso che cola, starnuti e tosse lieve. Questa fase, nota come fase catarrale, dura da 1 a 2 settimane ed è il momento in cui la contagiosità è massima. Successivamente, la tosse diventa più severa, con possibili attacchi violenti che possono portare a vomito o ad un “urlo inspiratorio” caratteristico della fase parossistica. Negli infanti, gli accessi di tosse possono causare apnee e insufficienza respiratoria, portando a gravi danni neurologici.

La diagnosi è clinica, basata sulle caratteristiche della tosse e confermata dall’isolamento del batterio. La terapia prevede l’uso di antibiotici, efficaci se somministrati nella fase catarrale, mentre in fase parossistica il loro effetto sintomatico è limitato, sebbene contribuiscano a ridurre la contagiosità.

La prevenzione avviene principalmente tramite vaccinazione, che nel primo anno include un ciclo di tre dosi del vaccino esavalente, con richiami a 5-6 anni e tra 11-18 anni. È cruciale anche la vaccinazione delle donne in gravidanza, per proteggere i neonati dagli effetti gravi della pertosse. La vaccinazione è sicura e consigliata tra la 27esima e 36esima settimana.

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