Durante la partita di Serie B tra Reggiana e Bari, giocata il 12 gennaio, si è verificato un grave episodio di razzismo. La gara, svolta al Mapei Stadium di Reggio Emilia, è stata interrotta dall’arbitro Alessandro Prontera per 7 minuti a causa di insulti razzisti indirizzati a Mehdi Dorval, difensore del Bari di nazionalità algerina. Anche l’assistente Francesca Di Monte è stata oggetto di offese. Dopo l’interruzione, l’arbitro ha invitato il pubblico a mantenere un comportamento più civile. La partita è ripresa ma si è conclusa con un pareggio 0-0, dopo un’annullamento di un goal da parte della Reggiana, suscitando ulteriori tensioni.
L’episodio è accaduto verso la fine del primo tempo, quando il difensore Dorval è stato colpito da insulti razzisti e lanci di oggetti dagli spalti. I compagni di squadra di Dorval, insieme a Cedric Gondo, attaccante ivoriano della Reggiana, si sono avvicinati per manifestargli solidarietà. L’arbitro, secondo il protocollo preveduto dalla FIFA e recepito dalla FIGC nel 2019, ha applicato il regolamento contro atti discriminatori, sospendendo il gioco per richiamare all’ordine il pubblico.
Se tali comportamenti dovessero continuare, il protocollo prevede la possibilità di sospendere definitivamente la partita. Questo è il primo episodio di razzismo sul campo di quest’anno in Serie B, ma purtroppo non è un caso isolato nel calcio italiano. La vicenda ha suscitato indignazione e ha spinto a riflessioni più ampie sul problema del razzismo e dei comportamenti inaccettabili negli stadi.
Tensioni aggiuntive si sono verificate in campo, culminando con l’espulsione di Lucchesi della Reggiana, che ha colpito un avversario, Mantovani, con una gomitata. Questi eventi hanno contribuito a un clima già teso, in un contesto sportivo che continua a confrontarsi con il problema della discriminazione. Le autorità calcistiche e la società civile sono chiamate a unire le forze per combattere il razzismo, partendo dalla responsabilità dei tifosi e delle società.