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Paolo Crepet: No al Cellulare Sotto i 12 Anni, Una Riflessione su Scuola e Genitori Dopo l’Incidente dello Studente Accoltellato

Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, ha espresso forti critiche sull’uso eccessivo dei telefoni e dei social media da parte dei bambini sotto i 12 anni, lamentando l’inerzia dei genitori nel porre limiti. In un’intervista al Corriere della Sera, ha collegato l’educazione dei giovani agli eventi violenti recenti, come l’accoltellamento di un ragazzo di 12 anni. Crepet ha affermato che la società ha assistito, nel tempo, a un cambiamento profondo nelle modalità di educazione, iniziato con la televisione e culminato oggi nei social media, che rappresentano una “Formula 1” rispetto ai vecchi mezzi.

Secondo Crepet, i telefonini dovrebbero essere vietati fino ai 12 anni, un’opinione condivisa anche con il ministro dell’Istruzione Valditara. Ha sottolineato che queste problematiche non sono emerse di recente, ma sono il risultato di un’evoluzione che si protrae da anni. A suo avviso, i giovani non dovrebbero essere lasciati liberi di sperimentare comportamenti a rischio come alcol, droga e relazioni sessuali precoci. Ha paragonato l’accesso ai social media e alla tecnologia a una “patente di adulto” concessa prematuramente.

Crepet ha anche criticato la figura dei genitori, accusandoli di mancanza di autorità e capacità di dire “no”. Ritiene che il modello familiare contemporaneo sia in crisi, con genitori che, invece di stabilire limiti, hanno ceduto a un approccio permissivo. Questa generazione di genitori, che ha circa 40-45 anni, sarebbe convinta che imporre restrizioni sia sbagliato, accentuando la permissività.

Inoltre, ha citato le difficoltà degli insegnanti, che spesso si sentono intimiditi e temono di affrontare comportamenti inadeguati da parte degli studenti, molti dei quali si sono abituati a dominare anche nelle scuole materne. Nonostante ciò, ci sono ancora educatori che amano la loro professione e si sentono impotenti di fronte a una situazione che sembra sfuggire di mano. Crepet conclude avvertendo che la mancanza di disciplina e limiti può portare a conseguenze gravi e preoccupanti per la società.

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