Uniti da una perdita inimmaginabile, palestinesi e israeliani stanno trasformando il dolore in un obiettivo comune. Un movimento di famiglie in lutto sta lavorando per costruire la pace in un contesto politico difficile.
In un incontro virtuale, un uomo palestinese di Gerico e una donna israeliana di Tel Aviv si trovano di fronte a uno schermo. Nonostante la distanza fisica e il muro che li separa, entrambi condividono il lutto per la perdita di un figlio. Sono membri del Parents Circle – Families Forum (PCFF), un gruppo formato da genitori che hanno perso i propri figli nel conflitto. La loro esperienza li ha portati a credere che i genitori in lutto siano tra i più adatti a promuovere la pace.
Bassam Aramin, cresciuto in un villaggio della Cisgiordania, ha vissuto esperienze che hanno guidato il suo percorso verso la riconciliazione. Dopo aver trascorso del tempo in prigione, ha iniziato a studiare la storia dell’Olocausto, un’esperienza che ha trasformato la sua visione. Questa evoluzione lo ha portato a contattare ex soldati israeliani disillusi dall’occupazione, fino a fondare insieme a loro l’associazione Combatants for Peace.
Nel 1995, il PCFF è stata fondata e oggi conta circa 800 membri. Attraverso incontri di dialogo, i genitori condividono le proprie storie e il rifiuto della vendetta. Robi Damelin, che ha perso un figlio, sottolinea l’importanza delle riunioni tra madri, dove la condivisione del dolore crea un legame profondo. Nonostante le tensioni attuali, le storie di vita vissuta stanno creando spazi di empatia e comprensione tra i due popoli.