– Rimbalzano i prezzi dell’oro, viaggiando vicino ai 2.029 dollari l’oncia, estendendo il rialzo dai minimi dell’ultimo mese dopo aver recentemente superato il supporto chiave di 2.000 dollari l’oncia. A tenere in rally le quotazioni del metallo giallo, sono ancora una volta, le tensioni crescenti in Medio Oriente e il lieve calo del dollaro statunitense, che hanno aumentato l’appeal dell’oro come rifugio sicuro.
Ora l’attenzione degli investitori è rivolta ai verbali della riunione della Federal Reserve, di fine gennaio, per ulteriori indicazioni sul primo taglio dei tassi di interesse, quest’anno.
Di norma, quando i tassi d’interesse salgono e i tassi reali sui titoli di Stato diventano positivi, il prezzo dell’oro tende a scendere. Ma non è quello che è accaduto negli ultimi 18 mesi, afferma James Luke, Fund Manager, Metals, Schroders. Al momento – spiega l’esperto – la quotazione si aggira attorno ai 2000 dollari all’oncia, ovvero indicativamente sui massimi storici, nonostante il fatto che, negli ultimi due anni, si sia registrato un rialzo molto significativo dei tassi d’interesse reali negli Stati Uniti. Anche il dollaro è stato piuttosto forte.
“Se nel 2022 avessimo detto agli analisti che i tassi d’interesse reali sarebbero passati da 100 punti base negativi a 200 positivi e che il dollaro sarebbe rimasto piuttosto stabile, tutti avrebbero affermato che l’oro si sarebbe attestato a un livello compreso tra i 1300 e i 1500 dollari all’oncia, ovvero indicativamente 500 dollari sotto il livello attuale”, aggiunge James Luke.
Le prospettive per il 2024
Guardando al 2024, se si immagina uno scenario in cui gli Stati Uniti si dirigono in modo più deciso verso il tipo di flessione che quasi tutte le stime prevedevano per il 2023, e ipotizzando un contesto di cessazione delle liquidazioni degli ETF, potremmo vedere un ritorno dell’interesse per l’oro negli Stati Uniti e in Europa, spiega James Luke, Fund Manager, Metals, Schroders. Tuttavia, con una permanenza dell’offerta strutturale delle banche centrali. Ritengo che, se ci manifestasse un impulso coordinato in termini di domanda di Paesi occidentali e orientali, potremmo assistere a tendenze sorprendentemente forti per i prezzi dell’oro, che potrebbero sconvolgere gli investitori. “A nostro giudizio, è quindi del tutto prudente prevedere che, per il 2024, il livello di 2.000 dollari all’oncia diventerà un fattore di supporto più che un elemento di resistenza, come è stato negli ultimi tre anni. Se il nostro scenario si concretizzasse, ritengo che l’impatto sulle valutazioni per i produttori d’oro sarebbe trasformativo, con un enorme potenziale di recupero per questi titoli azionari”.