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() – In base a quanto emerge dal rapporto 2022 “Infrastrutture strategiche e prioritarie” del Servizio studi della Camera dalla seconda metà del 2021, anche sulla spinta del PNRR, si avverte un’accelerazione della fase realizzativa delle opere pubbliche. Si riducono i tempi di affidamento, aumentano le aggiudicazioni e i nuovi cantieri. Dallo stato di realizzazione al 31 maggio 2022 delle infrastrutture prioritarie è emerso infatti che, su un totale di 357 miliardi, sono in fase di progettazione 185 miliardi (+31,5% da dicembre 2020), per 764 lotti; 10,5 miliardi (+1.190%), per 18 lotti, sono aggiudicati; e 9,3 miliardi, per 35 lotti, sono in gara.

Il focus di Sace “Ieri, oggi e domani: le infrastrutture in Italia” con uno studio realizzato da Oxford Economics e analisi del Cresme ha calcolato che la spesa per investimenti in infrastrutture e mobilità genererà circa 38 miliardi di euro (37,8 per la precisione) di valore aggiunto nel sistema produttivo e un tasso di ritorno aggregato pari al 63%, che salirà a circa il 77% per gli investimenti in costruzioni, fino a toccare il valore massimo per quelli in ricerca e sviluppo (88%).

In base allo studio, nel prossimo decennio la spesa per questo settore crescerà in media dell’1,7% l’anno, un tasso superiore alla media dell’Eurozona (+1,5%), ma soprattutto nettamente al di sopra delle previsioni pre-pandemia (+0,9%). La crescita sarà più accentuata nel periodo 2021-2026 (+2,6%) e più contenuta nei successivi cinque anni (+0,9%) per un effetto combinato di una minore spesa pubblica e di una riduzione della forza lavoro dovuta all’invecchiamento della popolazione. “La crescita attesa della spesa in infrastrutture supererà, nel periodo in esame, quella prevista per il Pil, grazie agli ingenti fondi a disposizione, alle riforme attuative previste e, non da ultimo, alla rinnovata fiducia sia nazionale che estera”, si legge nel focus Sace. Questa dinamica si riflette anche sul rapporto spesa per infrastrutture/Pil che nei prossimi dieci anni si attesterà in media al 2,8% (rispetto al 2,3% medio del periodo 2015-2021), raggiungendo alla fine il 3%.

A crescere di più da qui al 2026 saranno porti, aeroporti e ferrovie (+ 3,8% l’anno), seguiti da infrastrutture per l’energia elettrica e il gas (+3,2%), trainati dalla spinta al green e alla transizione energetica. Dalle direttrici ferroviarie Verona-Brennero e Napoli-Bari al porto di Genova, dal nuovo hub aeroportuale di Brescia ai nuovi impianti eolici offshore della Sardegna, gli sviluppi infrastrutturali coinvolgeranno tutto il territorio nazionale.

(Foto: Roman Logov on Unsplash)





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