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Operata di tumore al cranio durante la gravidanza, è la prima volta

Una donna di 36 anni ha partorito il suo primo figlio nonostante una gravidanza complicata da un raro condrosarcoma del clivus, un tumore della cartilagine localizzato al centro della scatola cranica. Questo tumore, generalmente associato a ossa lunghe, è stato diagnosticato per la prima volta durante una gravidanza, rendendo il caso eccezionale. La diagnosi è stata effettuata dopo l’insorgere di sintomi visivi alla fine del terzo mese di gravidanza, spingendo i medici a eseguire una risonanza magnetica. La lesione, di circa 1.5 cm, stava comprimendo i nervi oculari.

A causa della posizione e della natura del tumore, è stato necessario un intervento neurochirurgico delicato, che si è svolto al quarto mese di gravidanza. L’intervento è stato eseguito presso l’ospedale Molinette di Torino da un’équipe guidata da Francesco Zenga e Federica Penner, con il supporto dell’anestesista Roberto Balagna. Utilizzando una tecnica mini-invasiva endoscopica, i chirurghi hanno raggiunto il tumore attraverso le narici. L’operazione è durata circa tre ore e ha consentito di rimuovere il condrosarcoma, alleviando i sintomi della paziente.

Successivamente, il parto è avvenuto tramite un cesareo, portando alla nascita di un neonato in ottime condizioni di salute, del peso di 3090 grammi. Sia la madre che il bambino sono stati seguiti dalla Neonatologia dell’ospedale Sant’Anna e sono stati dimessi a casa in buone condizioni. La madre ora proseguirà con le terapie necessarie per affrontare il suo raro tumore.

Chiara Benedetto, parte dell’équipe medica, ha sottolineato come il risultato sia stato frutto di un lavoro multidisciplinare, essenziale per affrontare una situazione complessa come quella vissuta dalla paziente. Francesco Zenga ha aggiunto l’importanza della collaborazione durante l’intervento in un’area delicata. Federico Riboldi, assessore alla Sanità del Piemonte, ha evidenziato l’eccellenza della sanità piemontese, mentre Giovanni La Valle, direttore generale della Città della Salute di Torino, ha definito il caso un “miracolo della vita”, esprimendo gratitudine per il lavoro svolto dai professionisti coinvolti.

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