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martedì – 8 Luglio 2025

Ondate di calore e crisi economica: il lavoro in pericolo

Le attuali ondate di calore che colpiscono diverse regioni del mondo mettono in evidenza l’impatto crescente del cambiamento climatico sul lavoro e sull’economia. I recenti dati del Copernicus Climate Change Service mostrano che il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e che maggio 2025 ha visto temperature estremamente elevate.

Un rapporto di Allianz Trade sottolinea che le temperature elevate hanno un effetto diretto sulla produttività lavorativa. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che il riscaldamento globale possa causare una riduzione dell’2,2% delle ore lavorative potenziali in tutto il mondo, corrispondente a circa 80 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Nel 2021, sono risultate perse circa 470 miliardi di ore lavorative, segnando un aumento del 37% rispetto agli anni ’90. I lavoratori nei Paesi in via di sviluppo risultano particolarmente vulnerabili a causa delle condizioni climatiche e abitative.

Le ricerche indicano che la capacità di svolgere lavori fisici diminuisce drasticamente con l’aumento delle temperature: scende del 40% a 32°C e di due terzi a 38°C. Le previsioni economiche per il 2025 suggeriscono una perdita del PIL dell’0,5% in Europa e dello 0,6% a livello globale. In Italia, la perdita attesa è del 1,2%, mentre in Francia e Germania si stima rispettivamente dello 0,3% e dello 0,1%.

Jasmin Gröschl, senior economist di Allianz, mette in evidenza che le ondate di calore hanno un effetto paralizzante sull’economia, paragonando una giornata calda a una mezza giornata di sciopero per i lavoratori. Con l’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi climatici estremi, il mondo economico si trova di fronte alla necessità di adattarsi per mitigare perdite future.

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