Il caso dell’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto ad Avetrana nel 2010, si è concluso dopo oltre sei anni con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso presentato alla Corte europea dei diritti dell’uomo dai legali di Sabrina Misseri e Cosima Serrano. Le due donne, cugina e zia della vittima, erano state condannate all’ergastolo per il delitto e si sono sempre dichiarate innocenti. La condanna è stata emessa in appello il 27 luglio 2015 e confermata dalla Cassazione nel febbraio 2017. Sarah, una ragazza di 15 anni, scomparve il 26 agosto 2010 mentre si recava dalla cugina, il cui corpo fu rinvenuto alcune settimane dopo in un pozzo.
Sabrina Misseri e Cosima Serrano attualmente si trovano nel carcere di Taranto, dove partecipano a diverse attività, tra cui corsi d’arte e sartoria. Sabrina sta anche studiando per ottenere la qualifica di operatore socio sanitario. Al contrario, Michele Misseri, zio di Sarah, ha scontato una pena di otto anni per la soppressione del cadavere e l’inquinamento delle prove, affermando di aver cercato di abusare del corpo di sua nipote. Dopo una riduzione della pena, Michele è tornato in libertà a febbraio e attualmente vive nella villetta di Avetrana, dove avvenne il delitto.
L’interesse attorno al caso è tornato d’attualità grazie alla serie tv “Qui non è Hollywood”, andata in onda su Disney+. Inizialmente, il titolo della serie doveva includere il riferimento ad Avetrana, ma a seguito del ricorso del sindaco della cittadina, il titolo è stato modificato. Il programma “Quarto Grado” ha riportato la notizia dell’inammissibilità del ricorso e ha ricostruito i momenti salienti della vicenda giudiziaria, offrendo uno sguardo approfondito su uno dei casi di cronaca nera più controversi degli ultimi anni. La brutalità del delitto e le sue implicazioni sociali hanno lasciato un segno indelebile nella società italiana, continuando a suscitare dibattiti e riflessioni.