Rimane avvolta nel mistero la morte di Liliana Resinovich, ma recenti sviluppi suggeriscono che si tratti di un omicidio e non di un suicidio. Le conclusioni dell’anatomopatologa forense Cristina Cattaneo rivelano che Liliana sarebbe morta il 14 dicembre 2021, giorno della sua scomparsa, e potrebbe essere deceduta proprio nel luogo dove è stato trovato il suo corpo, nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. Nonostante gli esami eseguiti, non ci sono evidenze che contrastino questa tesi.
Secondo la perizia, Liliana sarebbe morta per asfissia meccanica, segno che l’azione è stata compiuta da terzi. Durante l’analisi sono stati rinvenuti pochi peli sulla vittima, suggerendo la presenza di un’altra persona al momento della morte. Gli esperti hanno consigliato di eseguire indagini genetiche per identificare a chi appartengono i peli, ma c’è la possibilità che siano stati trasferiti attraverso contaminazioni nelle prime fasi delle indagini.
Gli avvocati coinvolti, inclusa Federica Obizzi, legale dell’associazione Penelope, stanno attendendo una relazione dettagliata e affermano di essere pronti a proseguire con l’indagine. La dichiarazione di Cattaneo ha suscitato un rinnovato interesse investigativo per individuare l’autore del reato. Obizzi ha dichiarato che l’attenzione dell’inchiesta si concentrerà in particolare sull’interpretazione di quanto emerso dalla perizia. Al momento, l’ipotesi del suicidio è stata ufficialmente esclusa, aprendo così a ulteriori sviluppi nella triste vicenda della morte di Liliana Resinovich.