Diventano definitive le condanne per l’omicidio di Desirée Mariottini, la sedicenne trovata morta il 19 ottobre 2018 dopo essere stata abusata in un edificio abbandonato a Roma. La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza emessa il 29 maggio dalla Corte d’Assise nel processo di Appello bis, condannando Mamadou Gara a 22 anni e Alinno Chima a 26 anni. Precedentemente, erano state già rese definitive le condanne per Brian Minthe e Yousef Salia, rispettivamente a 18 anni e all’ergastolo. Le accuse per tutti i coinvolti includono omicidio, violenza sessuale, spaccio e morte come conseguenza di un altro reato.
Nelle motivazioni, i giudici hanno evidenziato la “volontarietà dell’azione criminosa” da parte di Salia, Alinno e Minthe. Questi, nonostante la gravissima condizione di debilitazione psico-fisica di Desirée, che appariva già in stato di incoscienza, non solo hanno mostrato indifferenza nei confronti della vita della giovane vittima, ma si sono opposti e hanno minacciato chi propose di chiamare un’ambulanza, che avrebbe potuto salvare la ragazza. I giudici hanno sottolineato la grave responsabilità dei condannati nel non prestare soccorso e nell’ostacolare qualsiasi tentativo di intervento, evidenziando la loro indifferenza.
Il caso ha suscitato una forte riprove sociale e ha posto in evidenza il problema della violenza giovanile e della sicurezza, specialmente nei contesti di degrado urbano. Le condanne definitive segnano un importante passo verso la giustizia per Desirée e la sua famiglia, ma sollevano anche interrogativi sull’educazione e la prevenzione di crimini simili. La società si interroga sulle misure da adottare per proteggere i più vulnerabili e sull’importanza di intervenire in situazioni di abuso, sia a livello legale che sociale.
Il dramma di Desirée Mariottini rappresenta una tragedia che ha scosso l’opinione pubblica e ha richiamato l’attenzione sulle problematiche legate alla violenza di genere, all’abuso di sostanze e al degrado delle aree urbane, spingendo per una riflessione profonda e azioni concrete per evitare il ripetersi di tali atrocità.