Le Olimpiadi invernali si svolgono durante la stagione fredda, ma non includono tutti gli sport invernali, bensì solo quelli praticati sulla neve o sul ghiaccio, come stabilito dalla Carta Olimpica. L’evento di Milano Cortina seguirà questa regola, ma per le prossime Olimpiadi invernali nel 2030, in Francia, ci sono possibilità interessanti di includere discipline come il ciclocross e la corsa campestre, sport che non richiedono necessariamente neve e ghiaccio.
La corsa campestre è una disciplina che si sviluppa generalmente su terreni erbosi o fangosi, mentre il ciclocross si svolge su percorsi misti, talvolta fangosi, con biciclette appositamente progettate. Entrambe le pratiche hanno un forte seguito, con atleti come Nadia Battocletti che si sono distinti in questo ambito.
La proposta di integrare il ciclocross e la corsa campestre nelle Olimpiadi invernali è stata formulata da Sebastian Coe, presidente di World Athletics. Coe ha partecipato a un gruppo di lavoro del CIO per esplorare le opzioni per il programma olimpico. Ha sottolineato che le nuove idee potrebbero bilanciare meglio gli eventi estivi e invernali.
La regola 6.2 della Carta Olimpica, che definisce gli sport invernali, è al centro del dibattito. Sebbene apparente rigida, rischia di essere interpretata in modo flessibile. Ci potrebbero essere modifiche nella regolamentazione per consentire una maggiore inclusione o adattamenti ai percorsi di gara, come dimostrato da competizioni di ciclocross sulla neve.
Nonostante l’assenza di una decisione ufficiale, il dibattito attuale suggerisce una crescente apertura verso nuove possibilità. Ogni decisione riguardante le Olimpiadi del 2030 dovrebbe arrivare nel 2026, in concomitanza con l’evento italiano.