Un anno fa, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato l’uso di polatuzumab per il trattamento in prima linea del linfoma diffuso a grandi cellule B. Recenti studi dimostrano che questa terapia migliora la qualità della vita dei pazienti e contribuisce a ridurre i costi sanitari. Una ricerca presentata al congresso ISPOR di Barcellona ha misurato l’impatto di polatuzumab sul sistema sanitario, evidenziando una significativa riduzione della necessità di ulteriori trattamenti. Se cinquemila pazienti fossero trattati in tre anni, il risparmio potrebbe superare i sessanta milioni di euro. Questo minor ricorso a cure più aggressive migliora la qualità della vita dei pazienti, che riceverebbero un trattamento efficace e meno invasivo.
In particolare, polatuzumab ha ridotto del 23% il rischio di progressione della malattia, evitando circa 1.800 trattamenti successivi in tre anni. Dopo cinque anni dall’inizio della terapia, i pazienti mostrano una sopravvivenza favorevole, dimostrando un effetto duraturo e minori recidive. Ad oggi, polatuzumab è lo standard terapeutico in associazione con altri farmaci per questa patologia. L’importanza della ricerca è stata sottolineata da esperti che affermano come ogni euro investito in ricerca generi un risparmio significativo per il Servizio Sanitario Nazionale.
Il futuro dell’ematologia oncologica si concentra sull’integrazione di cure innovative e assistenza efficiente, con l’obiettivo di garantire accesso equo alle terapie. La gestione della spesa sanitaria, in particolare per le malattie oncoematologiche, è fondamentale per ottimizzare le risorse e migliorare la qualità della vita dei pazienti. L’approvazione di polatuzumab rappresenta quindi un passo avanti significativo nella lotta contro il linfoma diffuso a grandi cellule B.