La risposta dell’industria farmaceutica alle novità della Legge di Bilancio è cautamente positiva, con l’aspettativa che il governo possa impegnarsi di più per mantenere l’attrattività dell’Italia, considerata la “locomotiva d’Europa”. Sono state annunciate misure significative per rafforzare il Servizio sanitario nazionale, tra cui un aumento delle risorse destinate alla spesa farmaceutica. Le imprese del settore apprezzano in particolare la cancellazione del payback dell’1,83% sulle spese farmaceutiche nel canale convenzionato, ma ritengono che il risultato complessivo non sia ancora sufficiente per garantire gli investimenti e l’innovazione necessari.
Stefano Collatina, presidente di Egualia, sottolinea l’importanza di queste misure come un passo iniziale verso l’equità, fondamentale per garantire cure essenziali a milioni di cittadini. Tuttavia, è necessario un intervento più profondo e strutturale per tutelare un settore strategico per l’accesso ai farmaci.
Farmindustria evidenzia anche la necessità di superare l’onere del payback sulla spesa farmaceutica ospedaliera, che potrebbe compromettere la competitività del settore e ridurre gli investimenti in Italia. Attualmente, il payback è previsto salire a 2,3 miliardi di euro nel 2026 e quasi 3 miliardi nel 2027. È urgente una riduzione immediata di questo onere e l’implementazione di un sistema che permetta un accesso più rapido ai nuovi medicinali.
Collatina fa presente che le aziende di farmaci generici stanno affrontando difficoltà significative, con una percentuale di payback vicina al 18%, insostenibile senza una revisione della spesa. Si osservano conseguenze già evidenti, come la diminuzione della partecipazione alle gare e un aumento delle carenze nei fornimenti.
Per quanto riguarda i dispositivi medici, l’incremento dei tetti di spesa è considerato un passo positivo, ma anche in questo caso il tema del payback deve essere affrontato in modo strutturale. Le richieste per ampliare le misure previste nella Manovra aumenteranno nei prossimi giorni.