Roberto Saviano ha nuovamente criticato Giorgia Meloni e il suo governo durante un intervento a “Otto e mezzo” su La7, evidenziando l’inefficacia dell’esecutivo in merito alla lotta alla mafia. Saviano, che vive sotto scorta da anni per le minacce derivanti dalla sua opera “Gomorra”, ha accusato il governo di non intraprendere alcuna battaglia seria contro il crimine organizzato. Ha evidenziato il guadagno delle organizzazioni mafiose italiane, pari a 40 miliardi di euro, ovvero il 2% del PIL, e 70 miliardi se si considerano anche i dati internazionali. Ha sottolineato che nemmeno i governi precedenti hanno attuato azioni efficaci in questo ambito, ma ha specificato che l’attuale esecutivo non ha fatto progressi significativi.
Saviano ha také criticato l’attuale strategia del governo, affermando che si tratta solo di “repressione di strada”, mentre l’attenzione viene spostata su altre questioni, come quella migratoria. Riferendosi al caso di Giovanni Acri a Brescia, ha menzionato che vi sono indagini con possibili legami mafiosi e ha criticato Meloni per non aver preso provvedimenti in qualità di leader del suo partito. Secondo lui, sarebbe stato necessario un intervento da parte della Meloni, ma non c’è stata alcuna reazione apparente da parte sua.
Saviano ha anche parlato del contesto di Caivano, descrivendo la crisi della camorra al Parco Verde come persiste ancora intatta. Ha definito il decreto Caivano “imprudente”, osservando che esso ha puntato esclusivamente sulla repressione invece che sulla prevenzione, il che ha portato a una situazione in cui chi entra in carcere per reati minori esce come camorrista. Ha ritenuto che i toni trionfalistici utilizzati dal governo riguardo alle misure adottate siano esagerati e non corrispondano alla realtà della situazione.
In conclusione, Saviano ha evidenziato che, nonostante le accuse all’attuale governo, l’azione contro la mafia richiede una strategia più efficace e lungimirante, piuttosto che semplici misure repressive.