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mercoledì, Ottobre 16, 2024
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Non è referendum abrogativo ma propositivo, la Costituzione lo esclude

Il vice presidente della Camera dei deputati, Giorgio Mulè (Fi), ha espresso il suo parere riguardo al quesito referendario recentemente presentato, sottolineando che si tratta di un referendum propositivo, e non abrogativo, come si potrebbe inizialmente pensare. Secondo Mulè, il quesito riguarda un’innovazione legislativa che ha come obiettivo l’applicazione universale di un articolo della legge del 1992 sui figli adottati. Ha evidenziato come la rapida raccolta delle 500mila firme necessarie, agevolata dalla possibilità di sottoscrivere online, dimostri un concreto interesse da parte di una specifica area politica.

Mulè ha avvertito che il Parlamento dovrebbe assumersi la responsabilità di legiferare su questioni delicate come queste, evitando di dare l’illusione che i referendum possano fungere da strumento per innovare le leggi esistenti. Ha messo in guardia contro il rischio di fraintendere la funzione dei referendum popolari, che non sono concepiti per modificare le leggi, e ha invitato a riflettere sull’abuso che potrebbe derivare dall’uso del referendum in forma elettronica.

Per quanto riguarda l’uso responsabile di questo strumento, ha esortato i promotori del referendum a trattarlo con il dovuto rispetto, evidenziando che il referendum è un meccanismo altamente democratico che deve essere utilizzato con cautela, altrimenti si corre il rischio di svilirlo. Mulè ha inoltre sollevato la questione del quorum, avvertendo che, anche se il referendum dovesse essere ammesso, c’è la reale possibilità che non si raggiunga il 50% dei votanti, il che potrebbe portare a una disaffezione nei confronti dello strumento referendario, facendolo apparire inflazionato.

Infine, ha accennato all’idea di rivedere il quorum, considerandolo non come un deterrente contro gli abusi, ma piuttosto come uno strumento per garantire una maggiore responsabilità, in modo che i quesiti presentati alla Corte Costituzionale siano già supportati da un consenso significativo. Mulè ha concluso invitando a riflettere con serietà su queste considerazioni per preservare l’integrità e l’efficacia del referendum come strumento democratico.

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