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sabato, 18 Gennaio, 2025
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Non condividevamo momenti, vivevo nell’ignoranza

Andrea Turetta ha visitato suo fratello Filippo in carcere, dove sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, vicino a Padova. Durante l’intervista a Zona Bianca, Andrea ha descritto la visita e le sue sensazioni in merito all’accaduto.

Andrea ha iniziato dicendo che ha trovato Filippo “come una persona che sta in carcere”. Non ha cercato di capire cosa sia passato per la testa del fratello, nonostante nessuno conosca i motivi dietro l’omicidio. Ha scelto di non chiedere perché Filippo abbia agito in quel modo, preferendo conversare con lui come un fratello. Ha affermato: “Lui è mio fratello e non mi interessa di quello che è successo”.

Il rapporto tra i due, secondo Andrea, era quello tipico tra fratelli, ma entrambi vivevano distanti l’uno dall’altro. “Spesso non ero a casa, uscivo con gli amici, e non passavamo tempo insieme. Non ho mai avuto conversazioni profonde sui suoi problemi, ero all’oscuro di tutto,” ha dichiarato. Si è definito il “fratello più piccolo”, suggerendo una certa distanza emotiva e fisica dal fratello.

Le conseguenze dell’omicidio di Giulia hanno colpito profondamente la famiglia Turetta, con i genitori di Filippo descritti come “scossi”. Andrea ha detto: “Non voglio farmi condizionare da questa cosa che è successa” e ha espresso la sua tranquillità, affermando che non ci sarebbero state differenze all’interno della famiglia. Ha chiarito che, nonostante l’orrore dell’omicidio, continueranno a sostenere Filippo perché rimane parte della loro famiglia.

“Lui ha fatto una cosa e pagherà. Noi come famiglia gli restiamo accanto perché abbiamo lo stesso sangue e i miei genitori gli vogliono bene,” ha concluso Andrea, evidenziando la complessità dei legami familiari e la difficile accettazione della situazione in cui si trovano.

Questa intervista offre uno spaccato delle dinamiche familiari in una situazione tragica, mostrando come l’affetto possa rimanere anche di fronte all’inevitabile condanna per un atto violento.

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