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lunedì, 10 Febbraio, 2025
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“No ai medici di base dipendenti dell’Ausl”

Lo Snami (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani) Emilia-Romagna si oppone fermamente all’assunzione dei medici di base da parte delle aziende sanitarie per potenziare le Case di Comunità. Secondo il sindacato, questa proposta è un grave errore, in quanto le Case di Comunità sono ormai viste come un progetto critico. Trasformare i medici di famiglia in lavoratori subordinati rischia di compromettere la qualità ed efficienza del sistema sanitario territoriale, a meno che non ci siano ingenti investimenti, cosa che, nel contesto attuale, risulta addirittura controproducente.

I membri dello Snami segnalano che stiamo cambiando il contenitore senza affrontare i veri problemi del sistema, portando a una situazione paradossale. Nemmeno negli ospedali i medici restano dipendenti subordinati, e la proposta di dipendenza per i medici di base rischia di moltiplicare le problematiche senza risolverle. Il sindacato sostiene che i medici di famiglia debbano rimanere liberi da gerarchie per garantire gli interessi dei cittadini.

Vi è anche una preoccupazione crescente tra i medici dipendenti della sanità pubblica, che lasciano le strutture a causa di una gestione gerarchica che ha compromesso la loro serenità e sostenibilità professionale e umana. Lo Snami esprime dissenso per la proposta di trasformare i medici di base in dipendenti delle Case di Comunità, sottolineando che ciò snaturerebbe la loro funzione primaria e il loro ruolo di garanzia autonoma.

Inoltre, le Case di Comunità rischiano di diventare poliambulatoriali impersonali, incapaci di rispondere alle esigenze di relazione e fiducia con i cittadini. La soluzione proposta dal sindacato non è quella di assorbire i medici di famiglia come lavoratori subordinati nel sistema pubblico, ma di aggiornare le regole convenzionali, potenziando competenze e funzioni, inizialmente attraverso il percorso formativo.

Ritengono quindi cruciale riscrivere la figura del medico di famiglia come pilastro centrale del sistema, semplificando processi amministrativi e garantendo risorse adeguate. La presente proposta manca di qualsiasi menzione di tali risorse. Lo Snami invita le istituzioni a riconsiderare questa scelta e aprire un dialogo serio con i professionisti, per individuare soluzioni sostenibili che rispondano concretamente alle necessità del sistema nel suo complesso.

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