L’antica Roma, una delle più grandi potenze della storia, ha incontrato numerosi nemici durante la sua espansione e dominio. Questi conflitti, che spaziano dall’età della Repubblica fino alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, hanno segnato profondamente la storia militare e politica di Roma.
Roma iniziò la sua ascesa confrontandosi con i popoli vicini sulla penisola italiana. Le prime guerre furono contro le tribù latine e gli Etruschi, seguite dalle guerre sannitiche (343-290 a.C.) contro i bellicosi Sanniti. Questi conflitti consolidarono il controllo di Roma sull’Italia centrale e meridionale.
Successivamente, i Romani affrontarono una minaccia ancora maggiore: i Celti. Nel 390 a.C., i Senoni, una tribù gallica, saccheggiarono Roma, un trauma che rimase impresso nella memoria collettiva romana. Nonostante la devastazione, Roma riuscì a riprendersi e a sconfiggere i Galli in successive battaglie, consolidando il proprio dominio sulla regione.
Uno dei nemici più temibili di Roma fu Cartagine, una potente città-stato situata nell’attuale Tunisia. Le tre guerre puniche (264-146 a.C.) furono tra i conflitti più decisivi della storia romana. Durante la seconda guerra punica, il generale cartaginese Annibale inflisse a Roma una delle sue peggiori sconfitte nella battaglia di Canne (216 a.C.), ma non riuscì mai a prendere la città stessa. Infine, Roma riuscì a sconfiggere Cartagine e a distruggere completamente la città nella terza guerra punica, assicurandosi il controllo totale del Mediterraneo occidentale.
Con la fine delle guerre puniche, Roma rivolse la sua attenzione verso l’oriente, affrontando il Regno di Macedonia. Le guerre macedoniche (215-148 a.C.) portarono alla sottomissione della Grecia e alla sua integrazione nell’Impero Romano. Questi conflitti segnarono l’inizio del dominio romano nel Mediterraneo orientale e consolidarono Roma come la potenza dominante.
Nel corso dei secoli, Roma dovette affrontare nuove minacce provenienti dalle tribù germaniche. Le invasioni dei Cimbri e dei Teutoni alla fine del II secolo a.C. e le successive incursioni di Goti, Vandali e Unni misero a dura prova la resistenza dell’Impero. La battaglia di Adrianopoli (378 d.C.), in cui l’esercito romano fu devastato dai Goti, segnò un punto di svolta che accelerò il declino dell’Impero d’Occidente.
Nonostante i tentativi di difesa, nel 410 d.C. i Visigoti di Alarico saccheggiarono Roma, un evento che segnò simbolicamente l’inizio della fine. La caduta definitiva avvenne nel 476 d.C., quando l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo, fu deposto da Odoacre, un capo germanico.
I nemici di Roma, da Cartagine ai Goti, da Annibale ad Alarico, hanno costantemente sfidato il suo dominio. Tuttavia, la straordinaria capacità di Roma di adattarsi, recuperare e combattere, le permise di mantenere la sua supremazia per secoli, lasciando un’impronta indelebile nella storia mondiale.