L’attacco di Giorgia Meloni al Manifesto di Ventotene durante il dibattito alla Camera dei Deputati ha sollevato molte polemiche, soprattutto considerando che nel 2016, quando era all’opposizione, aveva elogiato il documento. Il Manifesto, redatto nel 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, è considerato un testo fondamentale per l’idea di un’Europa unita e democratica. Meloni, il 19 marzo scorso, ha messo in dubbio l’interpretazione dei partecipanti all’evento in Piazza del Popolo, suggerendo che spera che non abbiano mai letto il Manifesto, definendo l’alternativa spaventosa. Ha citato passaggi del testo, come l’idea che la “rivoluzione europea” debba essere “socialista” e la proposta di limitare la proprietà privata.
Meloni ha controbattuto affermando che il Manifesto sostiene visioni antitetiche rispetto alla sua idea di Europa, con frasi che descrivono il fallimento della prassi democratica in tempi rivoluzionari. Questo ha suscitato reazioni e contestazioni, e alcuni esperti ritengono che il suo commento fosse una strategia per deviare l’attenzione da divisioni interne nel governo. Il Manifesto di Ventotene, scritto da oppositori del fascismo, promuoveva l’unità europea come risposta alle crisi, mirata a creare una federazione ispirata ai principi di pace e libertà. La polemica circa le dichiarazioni di Meloni riflette il divario esistente tra visioni diverse del futuro europeo e delle sue fondamenta democratiche.