È morto all’età di 64 anni Maurizio Boccacci nella sua abitazione di Grottaferrata, dopo una lunga malattia. Fondatore del gruppo di estrema destra Militia, Boccacci era una figura di spicco nell’estrema destra romana, sempre apertamente fascista. La sua morte ha suscitato reazioni tra i membri della “destra non conforme”, che si stanno organizzando per i funerali, che si svolgeranno in forma privata. Giuseppe “Pinuccio” Meloni, noto esponente del movimento No Pass, ha dichiarato: “È morto un camerata, ne nascono altri cento”, sottolineando l’importanza della sua figura.
Attivo sin dagli anni ’70, Boccacci era inizialmente militante in Avanguardia Nazionale e, nel 1984, fondò il Movimento Politico Occidentale, sciolto per violazione della legge Mancino. Negli anni 2000 divenne leader di Militia, noto per le sue iniziative provocatorie e legate all’apologia del fascismo. La sua notorietà aumentò tra il 2008 e il 2011, quando il gruppo affisse striscioni contro l’allora sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Comunità Ebraica Riccardo Pacifici. Per questi episodi, nel 2012, fu condannato a un anno di reclusione per ricostituzione del disciolto partito fascista, e nel 2011 fu arrestato per associazione per delinquere finalizzata alla diffusione dell’odio razziale.
Nel 2013 partecipò agli scontri ad Albano Laziale per la sepoltura del capitano delle SS Erich Priebke, rendendogli omaggio. La sua storia è punteggiata da eventi che hanno segnato la cronaca, evidenziando la sua influenza e il suo ruolo nella destra radicale italiana.
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