Le immagini delle tensioni nel quartiere Corvetto, scatenate dalla morte di Ramy Elgaml, un ragazzo di 19 anni deceduto mentre era inseguito dai carabinieri, hanno toccato profondamente Neda Khaled, legata a lui da una relazione di quattro anni. Neda ricorda il loro ultimo scambio di messaggi: Ramy le scrisse alle 3:15 e le inviò una foto in moto pochi minuti prima del tragico incidente. “Ramy era la mia vita”, afferma Neda, sottolineando il suo forte attaccamento a lui e il desiderio di chiarezza sulla sua morte.
Neda chiede sincerità, verità e giustizia, insistendo sulla necessità di conoscere esattamente cosa sia successo a Ramy, senza interessarsi al motivo per cui stesse scappando. “Tante domande mi girano in testa, voglio risposte, voglio essere in pace anche io”, dice la giovane, mantenendo un tono tranquillo e privo di rabbia. Anche se nelle sere precedenti non ha partecipato alle proteste, dove i manifestanti hanno dato fuoco a oggetti e lanciato petardi, Neda spiega che questo non è dovuto a una mancanza di rispetto per Ramy, ma a un profondo dolore per le violenze che ha visto.
È consapevole che la protesta è stata fondamentale per far conoscere il nome di Ramy e sottolinea comunque che è doloroso osservare scene di caos e conflitto. “Domenica hanno investito una ragazzina, Ramy non lo avrebbe mai voluto”, sottolinea, ripetendo che la memoria di Ramy dovrebbe essere quella di una persona pacifica che non cercava conflitti. La sua lotta è per la verità e il rispetto della memoria di Ramy, piuttosto che per perpetuare ulteriore violenza e disordini. Neda desidera che Ramy venga ricordato per la sua natura tranquilla, senza essere associato a episodi violenti o distruttivi, e spera che la sua morte non porti a ulteriori tragedie.