Il mondo del lavoro occupa una parte significativa della vita delle persone, offrendo opportunità di crescita, socializzazione e sussistenza, ma può anche generare gravi problemi psicologici e fisici. Due delle problematiche più gravi in questo contesto sono il mobbing e lo stress lavorativo, discussi al convegno ONA “Sicurezza sul lavoro e benessere psicologico”.
Il termine “mobbing” deriva dall’inglese “mob” e fu introdotto dall’etologo Konrad Lorenz nel 1966. Indica il comportamento di un gruppo che tormenta sistematicamente un individuo, con forme di violenza come insulti, esclusione, denigrazione e abuso di potere. Le cause alla base del mobbing includono la competizione interna, l’invidia professionale, la carenza di comunicazione e strutture gerarchiche rigide, oltre alla personalità degli individui coinvolti. Spesso, chi subisce tali abusi si sente obbligato a tollerare la situazione a causa della scarsità di alternative.
Lo stress da lavoro è un’altra condizione critica, che si verifica quando le aspettative lavorative superano le capacità personali, portando a risposte psicologiche e fisiche a fattori di stress cronici. Questo può derivare da carichi di lavoro eccessivi, conflitti, insicurezza lavorativa e mancanza di sviluppo professionale. Le conseguenze includono disturbi d’ansia, depressione e problemi fisici. Le cause di stress possono essere sia individuali che organizzative, come una gestione inadeguata e l’assenza di feedback positivi.
La legge italiana tutela le vittime di mobbing, imponendo al datore di lavoro di proteggere i lavoratori. Per supporto legale, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) offre assistenza per chi si trova in situazioni di mobbing o inadempienze sulla sicurezza sul lavoro.