Una nuova escalation di tensione tra Iran e Israele si è verificata oggi con un attacco missilistico che ha colpito Tel Aviv. Secondo quanto riportato da Ynet, sono stati lanciati almeno 102 missili nella prima ondata, suscitando preoccupazione e allerta in tutto il paese. L’esercito israeliano ha ufficialmente confermato l’attacco intorno alle 18:30, invitando la popolazione a seguire scrupolosamente le istruzioni per la sicurezza interna. Le autorità hanno chiesto ai cittadini di cercare immediatamente riparo nei rifugi non appena sentissero le sirene di allerta. Tuttavia, poco dopo l’allerta, le forze di difesa israeliane (Idf) hanno comunicato che l’attacco era terminato, consigliando di uscire dai rifugi.
Testimoni oculari hanno riportato che le esplosioni causate dai missili sarebbero state udibili anche nella capitale, Gerusalemme. La risposta israeliana ha incluso l’attivazione della contraerea per intercettare i missili in arrivo. Questo attacco ha immediatamente generato una reazione significativa nei mercati finanziari, con le quotazioni del petrolio che hanno registrato un forte aumento. Il prezzo del WTI è arrivato a sfiorare i 72 dollari al barile, per poi ritirarsi leggermente a 71,28 dollari, segnando un incremento del 4,56%. Anche il Brent ha visto un rialzo, raggiungendo i 74,81 dollari, con un aumento del 4,35%.
Questo evento sottolinea ulteriormente le tensioni geopolitiche nella regione e il rischio di un conflitto allargato. Le reazioni da parte della comunità internazionale e le eventuali misure di risposta da parte di Israele saranno cruciali nei prossimi giorni. La situazione rimane instabile e ci si aspetta che ulteriori sviluppi possano verificarsi, con allerta costante e monitoraggio della situazione da parte delle forze di sicurezza e della popolazione civile. La strategia di difesa israeliana, già messa alla prova dagli scontri precedenti, è ora sotto pressione per garantire la sicurezza dei cittadini e mantenere la stabilità regionale.