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Miracolo di Sopravvivenza: Il Racconto del Camionista nella Esplosione del Deposito Eni a Calenzano

“Sono un miracolato, oggi devo essere felice perché posso ancora stare con mia moglie e con mio figlio”, ha dichiarato il camionista Marco Giannini, 53enne di una ditta del Nord Italia, che ha vissuto l’esplosione nel deposito Eni di Calenzano il 9 dicembre scorso. Giannini si trovava in attesa di rifornimento vicino all’autocisterna che ha preso fuoco, e l’onda d’urto lo ha colpito, ma ha evitato la morte.

In un’intervista a Repubblica, il camionista ha raccontato i momenti immediatamente precedenti all’esplosione. Era solo nella cabina della sua autobotte, in fila con altri colleghi, quando un boato ha squarciato il silenzio. “Ero dietro le pensiline; l’esplosione ha spaccato tutti i vetri del mio mezzo e mi ha ridotto così. Ho sentito le schegge conficcarsi nel viso”, ha spiegato, ora ricoverato all’ospedale Careggi di Firenze.

Dopo un breve svenimento, Giannini ha cercato di capire cosa stesse accadendo e ha capito che doveva fuggire. “Sono sceso dal mezzo e, sebbene mi sentissi stordito e non riuscissi a correre, sono riuscito a raggiungere l’uscita”, ha continuato, trovando altri autisti che erano scappati insieme a lui. Insieme, hanno contattato i soccorsi.

La tragedia ha portato dolore anche per i colleghi deceduti nell’incidente. Il bilancio attuale parla di due morti, tra cui Vincenzo Martinelli, un autista 62enne di Napoli. Inoltre, ci sono ancora tre dispersi, tutti operai, con età comprese tra 45 e 57 anni. I superstiti ricordano il rischio quotidiano del loro lavoro, che implica frequenti viaggi con sostanze pericolose: “Ogni giorno ci mettiamo al volante con un solo pensiero: quello per le nostre famiglie”.

Dopo l’incidente, i sindacati hanno indetto uno sciopero di quattro ore per protestare contro le condizioni di lavoro. La situazione nella raffineria di Calenzano ha suscitato una forte reazione, mentre le ricerche dei dispersi proseguono.

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