Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, il Viminale ha incaricato l’Avvocatura dello Stato di presentare ricorsi contro la sentenza del Tribunale di Roma, che ha considerato illegittimo il trattenimento di 12 migranti in Albania, trasferiti in Italia dopo la mancata convalida del provvedimento di trattenimento. Ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge riguardante i Paesi sicuri, finalizzato a potenziare la sicurezza degli hotspot in Albania, con l’intento di rendere permanenti queste normative.
Nel ricorso presentato in Cassazione, il Viminale ha definito l’ordinanza “errata e ingiusta”. Si sostiene che essa non fosse basata su una ricostruzione normativa corretta e che non indicasse le ragioni che hanno portato alla considerazione di insicurezza per il Paese di origine dei richiedenti. Viene evidenziata una carenza assoluta di motivazione sull’insicurezza del Paese del richiedente, così come un errato utilizzo delle norme riguardanti la designazione di Paesi di origine sicura.
Il decreto di trattenimento emesso dal Questore di Roma si rifà alla legge 14/2024 e a un protocollo Italia-Albania, consentendo il trattenimento di migranti provenienti da Paesi considerati sicuri. Tuttavia, il Tribunale di Roma ha negato la convalida, ritenendo illegittimo il provvedimento. Il Viminale sottolinea che questa controversia presenta elementi di novità e importanti questioni giuridiche.
Inoltre, è stato aggiornato l’elenco dei Paesi considerati “sicuri”, eliminando quelli con eccezioni territoriali, come Camerun, Colombia e Nigeria. Ora, l’elenco comprende 19 paesi tra cui Albania, Algeria, Bangladesh, e altri, stabilito secondo i criteri normativi europei. Questo nuovo elenco avrà valore di legge per evitare disapplicazioni causate da interpretazioni della “Direttiva Accoglienza”.
Infine, il Tribunale di Roma aveva inviato un quesito alla Cassazione riguardo alla discrezionalità dei giudici nel definire un Paese sicuro. La risposta della Cassazione è attesa per il 4 dicembre e dovrà chiarire se dovranno seguire rigidamente l’elenco governativo o se avranno margine di discrezionalità.