Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che identifica alcuni Paesi come sicuri, con l’obiettivo di rafforzare le procedure di rimpatrio dagli hotspot in Albania, dopo che i primi respingimenti erano stati annullati dalla magistratura. Questo decreto porta a una norma primaria l’elenco dei 22 Paesi classificati come sicuri, in cui non esistono persecuzioni o conflitti. Solo i cittadini provenienti da questi Paesi non avrebbero motivi validi per richiedere asilo in Italia.
Secondo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il nuovo decreto norma le indicazioni sui Paesi sicuri, riducendo l’elenco a 19 Paesi, escludendo Camerun, Colombia e Nigeria. Questa legislazione non è pensata per valutare ogni singolo caso, ma per accelerare le procedure di rimpatrio. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha commentato la recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, sottolineando che la magistratura romana potrebbe non aver compreso appieno la complessità della decisione.
Nordio ha chiarito che un giudice può disapplicare un atto amministrativo solo in modo temporaneo, mentre per le leggi di fonte primaria, come quella riguardante l’elenco dei Paesi sicuri, non è possibile rifiutarne l’applicazione a meno che non venga dichiarata incostituzionale da un ricorso. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha affermato che i provvedimenti del Tribunale di Roma hanno indebolito il meccanismo dei rimpatri e hanno messo in discussione la protezione dei confini italiani.
Mantovano ha difeso l’importanza del governo nella definizione dei Paesi sicuri e ha ribadito che l’elenco non è arbitrario, ma frutto di analisi ponderate. Il decreto mira a rispettare la sentenza della Corte di Giustizia Ue e si basa su una normativa solida. L’elenco aggiornato dei Paesi sicuri, che comprende ora 19 nazioni come Albania, Algeria, e Costa d’Avorio, è stato formulato secondo i criteri della normativa europea e le informazioni fornite da fonti internazionali. Questo elenco verrà rivisto periodicamente per mantenere la sua conformità normativa e rispondere alle esigenze di legge.